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Sulla vicenda della poiana ferita, l’Ente Parco fa chiarezza sui fatti

Troppi dubbi avvolgono la chiamata della biologa, indiscutibile l’operato dei guardiaparco

( Jenne, 25 Agosto 2022 )

In relazione alle dichiarazioni apparse sui social, sul ritrovamento di una giovane poiana da parte di una signora, che lamentava una sorta d’indifferenza da parte dei guardiaparco dei Monti Simbruini, non è tardata a giungere la replica da parte dell’ente Parco. La signora che s’identifica come biologa descrive che nei giorni scorsi percorrendo la strada provinciale Empolitana ha rinvenuto a bordo strada un rapace, un giovane esemplare di poiana ferito ad un'ala. Ha contattato prima il 118, che ha girato la chiamata ai carabinieri forestali che erano impossibilitati ad intervenire e poi ha contattato i guardiaparco dei Monti Simbruini, la cui competenza territoriale era limitata a decine di km dall’area di ritrovamento, ma che comunque hanno dimostrato operatività riguardo alla vicenda, al contrario di quanto descritto dalla signora.

“Premesso che spiace molto per la piega che ha preso questa vicenda –si legge nella nota da parte dell’Ente Parco- ma soprattutto dispiace per la Poiana che a detta della signora non è sopravvissuta si ritiene opportuno chiarire alcune cose. Dopo essere stati contattati dalla sig.ra, le è stato risposto che il personale del Parco, già impegnato in altre attività, non era disponibile al momento e che comunque esso opera all’interno dei suoi confini; nondimeno poco dopo nel tentativi di cercare una soluzione, la signora è stata più volte richiamata sul numero dal quale aveva chiamato (come testimoniato dal registro delle telefonate del cellulare di servizio) che risultava irraggiungibile, per fornire supporto o valutare se fosse possibile trovare una soluzione alternativa quale quella di incontrarsi ai confini del Parco per il recupero dell’animale come già fatto in analoghe occasioni; alla fine rispondeva a tale cellulare una persona dalla voce maschile che dichiarava di essere il marito della signora e che l’animale sarebbe stato soccorso con l’aiuto di un volontario, il problema quindi sembrava risolto. Solo dopo aver letto il commento apparso sui social si è appreso che qualcosa non era andato per il verso giusto.

A tal proposito si sollevano giustamente alcune perplessità. “Considerata la pluridecennale collaborazione dell’Ente Parco con il Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma –continua la nota- il personale di questo Ente il giorno successivo contattava tale centro Recupero chiedendo notizie sull’eventuale avvenuta consegna di una poiana ma veniva risposto che non erano pervenuti quel giorno animali da quel quadrante. Quindi ci si chiede ciò che sia realmente avvenuto, se si sia trattato effettivamente di una poiana o di altra specie, se tale animale sia deceduto prima o dopo il suo conferimento in un centro autorizzato e dove sia finita la carcassa dell’animale”.

La signora, dando una versione alquanto distorta della realtà dei fatti, accusando i guardiaparco di mancanza di “dedizione, attenzione e cura perché non è un lavoro come un altro”, pecca di altezzosità, non conoscendo realmente la grande professionalità e devozione che ogni giorno impiegano i dipendenti del Parco Regionale dei Monti Simbruini. “Il personale di questo Ente Parco,- conclude la nota - si è sempre reso disponibile a soccorrere e recuperare fauna selvatica in difficoltà sia dentro che fuori Parco, nei limiti del possibile si cerca sempre di trovare soluzioni a problemi di recupero della  fauna selvatica”.

Sulla vicenda della poiana ferita, l’Ente Parco fa chiarezza sui fatti
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