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Sembra incredibile, ma questa specie presente anche nei Monti Simbruini, è stata scoperta solo 20 anni fa. Fino ad allora infatti si pensava che in tutta Italia ci fosse solo una specie di salamandrina, la Salamandrina dagli occhiali o in latino “Salamandrina tergiditata”. Invece alcuni erpetologici, gli studiosi dei rettili e degli anfibi, si accorsero che c’erano delle piccole differenze ricorrenti fra le popolazioni del sud e del nord della penisola italiana. Alle osservazioni morfometriche vennero affiancate anche indagini genetiche specifiche che portarono inequivocabilmente alla scoperta che esistevano due specie diverse, una presente a sud e una a nord del fiume Volturno. Ma la particolarità non sta solo qui ma anche nel fatto che il genere Salamandrina è endemico italiano, cioè è presente solo in Italia e ancora che le salamandrine si differenziano da tutti gli altri anfibi Urodeli, cioè quelli provvisti di coda, come tritoni e salamandre, perché hanno 4 dita sia nelle zampe anteriori che in quelle posteriori. Questa caratteristica è utilissima anche per riconoscere le larve delle salamandrine da quelle di altre specie simili. Le salamandrine adulte vivono in luoghi umidi, in cavità delle rocce o nel sottobosco ma all’epoca della riproduzione tornano in acqua solo per un brevissimo periodo per deporre le uova, che attaccano sui rami sommersi o sotto le pietre delle acque fresche di fontanili, laghetti o pozze per abbeverare il bestiame. Le salamandrine sono messe in pericolo soprattutto da tutte quelle azioni che alterano i siti riproduttivi: ad esempio nelle aree dove vivono è necessario evitare la ripulitura dei fontanili nel periodo della riproduzione che si svolge in primavera.