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L'orapo, è una pianta erbacea perenne ed edule della famiglia delle Chenopodiaceae; conosciuto anche come spinacio selvatico di montagna, è anche chiamato la verdura del freddo a causa dell'altitudine in cui cresce, vicino ai 2.000 metri in paesaggi prevalentemente innevati; questo spiega il nome tedesco "dieiszichorie", cioè cicoria del ghiaccio, nonostante non appartenga alla famiglia della cicoria ma a quella dello spinacio.
Il fatto di crescere in altura ha indotto alcuni coltivatori del Veneto e Trentino, a impiantarne la coltivazione al di fuori del loro habitat originale; tuttavia, gli orapi rimangono ancora oggi un prodotto tipico a dimensione locale, nonché una delle specialità più prelibate dell'eccellente cucina montanara abruzzese e molisana. Infatti gli orapi crescono prevalentemente nel cuore dell'Appennino centrale.
Ne esistono diverse specie, ma la più comune è il Chenopodium bonus-henricus; il nome generico (Chenopodium) deriva dalla caratteristica forma "a piede d'oca" delle foglie: dal greco "chen" (oca) e "pous" (piede) oppure "podion" (piccolo piede).
Il nome specifico (bonus-henricus) è stato assegnato da Linneo per onorare Enrico IV re di Francia, protettore dei botanici e dell'agricoltura. La leggenda narra che Enrico IV nel 1600 face entrare nel suo parco reale la popolazione affamata per raccogliere erbe selvatiche e per gratitudine venne dato il nome di "Buon Enrico" a questo spinacio selvatico.
La raccolta avviene generalmente tra maggio e giugno, ma in molte località si trovano fino ad agosto inoltrato
Orapi in Salute
Dal punto di vista nutrizionale sono una vera fonte di sali minerali (contengono iodio, zinco, ferro, potassio, rame, sodio, calcio e fosforo), di vitamine (come B1, B12 e C) e di altre preziose sostanze quali carotene, beta-carotene, clorofilla e mucillagini con effetti benefici su diversi organi, apparati e funzioni (dal tono muscolare all'equilibrio intestinale, dal pancreas al sistema cardiocircolatorio).
Sono antianemici, lassativi, emollienti, vermifughi e depurativi.
Orapi in Cucina
Le ricette tradizionali dell'Appennino Centrale che contemplano l'utilizzo di orapi fanno riferimento ad una cucina povera e rurale, da sempre legata all'agricoltura e alla pastorizia. Gli orapi vengono consumati anche crudi, in semplici insalate con olio, sale e limone. Oppure cotti per corpose e sostanziose minestre a base di cereali e legumi: d'altronde, la loro ricchezza di nutrienti è in grado di sostituire in maniera eccellente l'apporto nutritivo della carne, non sempre presente nelle tavole di pastori e contadini.
Tutte le ricette che prevedono l'utilizzo di spinaci possono prevedere la sostituzione o l'affiancamento di questi ultimi con gli orapi: nelle paste, così come nei fritti (arancini, panzerotti e altro), questa pianta preziosa è in grado di donare al piatto un sapore più robusto e deciso.
Usato come ripieno di ravioli e nell'impasto degli gnocchi, lessato e ripassato in padella con poco olio o burro
Possono essere utilizzati anche per la preparazione di creme e vellutate e servite sia come accompagnamento che come portata, associata a crostini e legumi.