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Una ricetta tradizionale sublacense: il Pappaciucco in dialetto "ju pappaciuccu" con la "pizza gialla" pizza di granturco. Piatto povero ma molto gustoso, ha origini antiche, si cucina soprattutto nel periodo invernale quando è possibile trovare il cavolo nero che sopporta le gelate del periodo.
Lessare il cavolo nero (lavato e tagliato) poi lessare le patate con tutta la buccia nella stessa acqua di cottura della verdura, pelarle si e schiacciarle con una forchetta.
Intanto, in padella, preparare un soffritto di olio di oliva, aglio e il peperoncino.
Quando l'aglio sarà imbiondito si aggiungono la verdura e le patate. Si ripassa tutto insieme per il tempo necessario ad ottenere un composto abbastanza omogeneo, salare e aggiungere pezzetti di pizza di granturco (se non si ha la pizza, va bene anche del pane raffermo) e si lasciano insaporire ben bene.
Per 1 kg di cavolo nero 4-5 patate medie, 1 pizza di granturco, olio di oliva , 2 spicchi di aglio peperoncino, sale q.b.
Per la pizza di granturco: sobbollire l'acqua con un poco poco sale (viene ancora più buona se usate l'acqua di cottura del cavolo nero). Posizionare la farina di granturco a fontana, aggiungere l'acqua e il sale q.b. e piano piano impastare. Si dovrà ottenere un composto compatto poi si da la forma di una pizza di 20 cm di diametro circa e 2-3 cm di spessore. Nella tradizione la pizza si cuoce sulla graticola (una graticola di forma tonda e girevole) poggiata sulla brace del camino. Una volta cotta viene spezzettata e aggiunta come detto alla verdura, oppure si taglia per essere farcita con la stessa verdura. Il suo aspetto è croccante esternamente e morbida all'interno.
La pizza potrà essere cotta anche in una padella antiaderente, nel forno o sul fornello.