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In Europa occidentale gli orsi bruni sono scomparsi o rimangono solo in piccole popolazioni isolate. La popolazione di orsi marsicani (Ursus arctos marsicanus, Altobello, 1921) dell’Italia centrale, unica al mondo, è una di queste. Stimata in 40-60 esemplari è presente con il suo nucleo più importante nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ma l’areale idoneo si estende molto oltre, dai Monti Sibillini ai Monti Ernici, toccando nel Lazio Monti Simbruini e Monti della Duchessa, ma anche territorio non protetto nel reatino. L’orso marsicano è caratterizzato da un muso corto e tondeggiante, una corporatura piccola, fra 140 e 210 kg, con lunghezza massima che non arriva ai due metri, con il maschio poco più grande della femmina. Entrambi presentano una colorazione dorata del capo e del dorso. L’alimentazione, che varia durante le stagioni, è onnivora ma prevalentemente vegetariana (erba e frutti), con rara integrazione di carne (predazioni o carcasse), e un grande apporto di insetti (fra cui formiche e api) in estate. L’orso marsicano si accoppia alla fine della primavera e sverna in tane nascoste, quando la femmina partorisce da uno a tre cuccioli, che sono da lei allevati per almeno due anni. Le femmine adulte possono avere un’”home range” di 80-100 kmq, i maschi anche il doppio, a volte fino a 250 kmq. Le minacce maggiori per la sopravvivenza di questa specie sono il bracconaggio, le esche avvelenate, la frammentazione e perdita dell’habitat forestale (tagli non ecosostenibili e creazione di piste di penetrazione) e infine anche la presenza di infrastrutture come strade e ferrovie dove gli orsi possono trovare la morte per investimento. L’orso marsicano è protetto da leggi nazionali e internazionali fra cui la Direttiva Habitat. Il Parco dei Monti Simbruini tramite la Rete di Monitoraggio dell’Orso Marsicano della Regione Lazio, di cui fa parte, verifica i dati di presenza della specie e si batte per la conservazione di questa entità unica insieme agli altri enti di gestione preposti.
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